IL VENEZIANO DELL’ANN0

da | Gen 21, 2022 | News

Premio Veneziano dell’anno 2020

Dopo un anno di pausa, dovuto alla pandemia, il 16 gennaio 2022 nelle sale Apollinee del Teatro La Fenice, la nostra Associazione, ha conferito il Premio Veneziano dell’anno 2020, con le limitazioni prescritte dall’attuale situazione ma in presenza.

Ci siamo ritrovati, i soci che avevano prenotato, la Presidente Luisa Vianello e parte del Consiglio assieme alle autorità cittadine e altri veneziani per festeggiare il giovane medico infettivologo Jacopo Monticelli, scelto per avere intuito per primo la diffusione in Europa dell’infezione da Covid, intendendo questo riconoscimento esteso agli operatori della sanità, tutti prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell’epidemia”.

L’evento è iniziato con le calorose parole di benvenuto del Sovrintendente alla Fenice Fortunato Ortombina
verso l’Associazione Settemari per la centrata scelta del premiando Veneziano dell’Anno in quanto rappresentante anche la devozione di tutto il personale sanitario che si è dato con anima e corpo nel cercare di debellare la pandemia da Covid 19.

Negli interventi successivi sono stati quindi rievocati i giorni terribili in cui, dopo la scoperta del virus in un ricoverato, l’ospedale di Schiavonia fu chiuso con all’interno tutti coloro che vi si trovavano al momento, la fatica, le paure ma anche la solidarietà della popolazione e delle forze dell’ordine.

Il premiato, timido ma determinato e orgoglioso di essere un medico, ha raccontato di aver scelto infettivologia spinto dalla volontà di conoscere a fondo i virus che considera i nuovi demoni della tradizione popolare, per “sapere come trattarli” e sconfiggerli.

Il riconoscimento, come consuetudine, gli è stato passato virtualmente da due rappresentanti dei giovani premiati nell’edizione precedente, “Gli angeli dell’acqua alta”, la nuova generazione del terzo millennio, che si mobilitò immediatamente in soccorso a Venezia devastata e ferita dall’Acqua granda del 12 novembre del 2019.

L’assegnazione di questo Premio dell’Associazione Settemari si ripete dal 1978 e quest’anno è sembrata caratterizzata da queste parole d’ordine: scienza, intraprendenza e coraggio silenzioso. In modo spontaneo tutti i presenti hanno sicuramente percepito in questo insieme di giovani, preparati e impegnati in settori
così diversi, una nuova vitale speranza.

Jacopo Monticelli, Veneziano dell’anno il medico 34enne che ebbe l’intuizione di fare i primi tamponi.

VENEZIA

L’intuizione di quel 20 febbraio 2020 diede il via a tutto: quel giorni il dottor Jacopo Monticelli, 34enne mestrino, per la prima volta chiese alla Direzione sanitaria padovana di effettuare un test per la ricerca del Coronavirus a un paziente ricoverato nell’ospedale distrettuale di Schiavonìa per polmonite. «C’erano due polmoniti che non mi spiegavo così ho deciso di fare quei due tamponi, ma non pensavo venissero confermati», ha confessato ieri Monticelli, ricevendo nelle Sale Apollinee della Fenice il Premio Veneziano dell’Anno dell’associazione Settemari, presieduta da Luisa Vianello.

INFETTIVOLOGO

«Sono orgoglioso di essere medico infettivologo, e desidero sempre dare un nome corretto alle cose, perché i germi sono come i demoni di una storia medievale, e se ne conosci i nomi sai come trattarli», ha detto. La cerimonia alla Fenice, con l’accoglienza del sovrintendente Fortunato Ortombina, si è svolta alla presenza di autorità civili e militari, tra cui la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, in sostituzione del sindaco, e alcuni veneziani premiati negli anni scorsi, tra i quali un ragazzo di 90 anni Palmiro Fongher.

Un’intuizione preziosa quella di Monticelli – che l’ha definita con umiltà «un po’ caotica – che la sera del 20 febbraio 2020 ha chiesto di fare i due tamponi e con «la Regione e il Servizio sanitario dell’Ulss he hanno saputo affrontare la situazione prontamente». Il giovane medico si è detto contento che il riconoscimento sia rivolto a tutti «i colleghi per il lavoro di squadra a partire fin dalle prime ore» e ha ricordato, tra gli altri due nomi, Marta Zatta e Ivo Crosato.

La 42º edizione del premio ha avuto luogo con un anno di ritardo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia ha spiegato Pier Luigi Borella che ha anche letto il messaggio di augurio e di apprezzamento di Luca Zaia ricordando che l’anno precedente erano stati premiati i giovani definiti Angeli dell’Acqua Alta, rappresentati in questa occasione, da Sebastiano Cognolato (associazione Venice Calls). Tra questi giovani, Alice Andreanelli che recentemente è stata insignita dal Presidente Mattarella dell’onorificenza di Alfiere della Repubblica. Sono stati loro a consegnare il premio a Monticelli.

Di appuntamento importante per la città ha parlato Damiano che ha definito il medico mestrino«simbolo di speranza e di luce. Venezia e l’Amministrazione Comunale si uniscono ai ringraziamenti per l’impegno e il lavoro degli operatori della sanità». Ha tenuto la prolusione Elena Marcon (Ospedale di Schiavonia) che ha raccontato come si sono svolte le cose dall’intuizione del giovane medico. Dal primo momento, capita la gravità, tutti hanno lavorato senza sosta con vero spirito di abnegazione, comprese le forze dell’ordine che hanno organizzato il cordone sanitario, e la popolazione che portava il cibo. «Tante le incertezze, tante le domande e Jacopo è stata una figura fondamentale, una voce sicura, il cellulare sempre acceso».

«FORMIDABILE INTUIZIONE»

Roberto Luzzati, veneziano, primario malattie infettive dell’Ospedale di Trieste, ha parlato della formidabile intuizione di Monticelli, per cui è stato possibile contenere il fenomeno. «E’ un piacere averlo nel nostro gruppo», ha sottolineato ricordandone le capacità, gli studi, i contributi alla ricerca. Questa la motivazione del Premio: Jacopo Monticelli. Veneziano dell’anno 2020. Per aver intuito per primo la diffusione in Europa dell’infezione da Covid, intendendo il riconoscimento esteso agli operatori della sanità tutti prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell’epidemia.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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