Meta prediletta dai veneziani per le gite in bicicletta, Malamocco domenica 7 aprile è stata riscoperta dai soci della Settemari, che hanno potuto esplorare luoghi poco noti dell’antico borgo lagunare.
Una esperienza che è stata resa possibile grazie al prestigioso gemellaggio con il Consiglio d’Europa che patrocina itinerari che valorizzino il patrimonio culturale.
Questa giornata è stata fortemente voluta e sostenuta dalla presidente della Settemari Luisa Vianello, con l’avvio nel 2017 di una nuova e interessante collaborazione con la Direttrice Luisella Pavan Woolfe del Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia -, che permette una forma speciale di avvicinamento e conoscenza del patrimonio culturale locale ad ogni cittadino e nel caso della Settemari, ad ogni socio.
È stato quindi immaginato di associare “l’andar per acqua” dell’Associazione Settemari, indirizzato a conoscere ed a godere come da tradizione il territorio veneziano, alle “passeggiate patrimoniali” promosse dal Consiglio d’Europa per condividere modi di vita, patrimoni importanti, ricordi storici e conoscenze.
Un modo così per approfondire le conoscenze e riflettere su passato, presente e futuro dei luoghi e dei modi di vita ad essi collegati e per contribuire così anche a conservare un’eredità culturale locale, preziosa ed importante.
Così, domenica 7 aprile, la flottiglia delle barche Settemari, grazie alla preparazione logistica della presidente Luisa Vianello e della socia Erilde Terenzoni e al contributo organizzativo di Luisa Conventi, ha attraversato la laguna sud per congiungersi nella piazza del Borgo, tra chiesa e Palazzo del Podestà, con i pochi soci renitenti alla voga.
Durante la passeggiata patrimoniale, le parole d
ella competentissima guida Giulio Pozzana, hanno fatto rivivere ai soci Settemari i momenti cruciali della lunga storia di Malamocco, che hanno lasciato tracce archeologiche e monumentali.
Nel 810 d.C., quando era capitale del Ducato Veneciarum, e seppe resistere al tentativo di conquista da parte di Re Pipino, figlio di Carlo Magno, che tentava di espandere il dominio Franco anche su un territorio ancora legato all’impero bizantino. Malamocco resistette a Pipino e lo costrinse a desistere dalla conquista, ma la popolazione si rese conto che il Borgo era difficilmente difendibile e da allora la sede del Ducato fu trasferita sulle isole Reatine che dimostrarono di essere imprendibili per tutti i secoli a venire.
Altro momento critico per Malamocco, giunse tra il 1379 e il 1381, durante la Guerra di Chioggia che oppose Venezia a Genova, alleata alla Padova di Francesco da Carrara e al Regno di Ungheria.
Chioggia per quasi due anni fu occupata dai Genovesi e la terraferma subì le scorrerie di Carraresi e Ungheresi. La stessa Malamocco fu in prima linea e subì gravi devastazioni, tanto che tutti gli edifici oggi esistenti, sono successivi a quegli anni.
Malamocco conserva, infine, il ricordo del soggiorno di Papa Pio VII, eletto nel conclave riunitosi nel 1800 nel convento benedettino di San Giorgio, essendo Roma occupata dalle truppe francesi.
Sorpreso da un fortunale durante una navigazione in laguna, il Pontefice trovò rifugio a Malamocco e concesse a tutti i cittadini, l’onore del bacio della Pantofola.
Rinfocillati dal pranzo nella più storica trattoria malamocchina e dopo aver conosciuto l’ultimo pescatore di Malamoccco, il simpatico signor Vianello, i soci Settemari hanno ripreso la via verso il Cantiere di punta san Giobbe, completando i 21 km della vogata di primavera perfettamente abbinata alla passeggiata patrimoniale.
Meta prediletta dai veneziani per le gite in bicicletta, Malamocco domenica 7 aprile è stata riscoperta dai soci della Settemari, che hanno potuto esplorare luoghi poco noti dell’antico borgo lagunare.
Una esperienza che è stata resa possibile grazie al prestigioso gemellaggio con il Consiglio d’Europa che patrocina itinerari che valorizzino il patrimonio culturale.
Questa giornata è stata fortemente voluta e sostenuta dalla presidente della Settemari Luisa Vianello, con l’avvio nel 2017 di una nuova e interessante collaborazione con la Direttrice Luisella Pavan Woolfe del Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia -, che permette una forma speciale di avvicinamento e conoscenza del patrimonio culturale locale ad ogni cittadino e nel caso della Settemari, ad ogni socio.
È stato quindi immaginato di associare “l’andar per acqua” dell’Associazione Settemari, indirizzato a conoscere ed a godere come da tradizione il territorio veneziano, alle “passeggiate patrimoniali” promosse dal Consiglio d’Europa per condividere modi di vita, patrimoni importanti, ricordi storici e conoscenze.
Un modo così per approfondire le conoscenze e riflettere su passato, presente e futuro dei luoghi e dei modi di vita ad essi collegati e per contribuire così anche a conservare un’eredità culturale locale, preziosa ed importante.
Così, domenica 7 aprile, la flottiglia delle barche Settemari, grazie alla preparazione logistica della presidente Luisa Vianello e della socia Erilde Terenzoni e al contributo organizzativo di Luisa Conventi, ha attraversato la laguna sud per congiungersi nella piazza del Borgo, tra chiesa e Palazzo del Podestà, con i pochi soci renitenti alla voga.
Durante la passeggiata patrimoniale, le parole d
ella competentissima guida Giulio Pozzana, hanno fatto rivivere ai soci Settemari i momenti cruciali della lunga storia di Malamocco, che hanno lasciato tracce archeologiche e monumentali.
Nel 810 d.C., quando era capitale del Ducato Veneciarum, e seppe resistere al tentativo di conquista da parte di Re Pipino, figlio di Carlo Magno, che tentava di espandere il dominio Franco anche su un territorio ancora legato all’impero bizantino. Malamocco resistette a Pipino e lo costrinse a desistere dalla conquista, ma la popolazione si rese conto che il Borgo era difficilmente difendibile e da allora la sede del Ducato fu trasferita sulle isole Reatine che dimostrarono di essere imprendibili per tutti i secoli a venire.
Altro momento critico per Malamocco, giunse tra il 1379 e il 1381, durante la Guerra di Chioggia che oppose Venezia a Genova, alleata alla Padova di Francesco da Carrara e al Regno di Ungheria.
Chioggia per quasi due anni fu occupata dai Genovesi e la terraferma subì le scorrerie di Carraresi e Ungheresi. La stessa Malamocco fu in prima linea e subì gravi devastazioni, tanto che tutti gli edifici oggi esistenti, sono successivi a quegli anni.
Malamocco conserva, infine, il ricordo del soggiorno di Papa Pio VII, eletto nel conclave riunitosi nel 1800 nel convento benedettino di San Giorgio, essendo Roma occupata dalle truppe francesi.
Sorpreso da un fortunale durante una navigazione in laguna, il Pontefice trovò rifugio a Malamocco e concesse a tutti i cittadini, l’onore del bacio della Pantofola.
Rinfocillati dal pranzo nella più storica trattoria malamocchina e dopo aver conosciuto l’ultimo pescatore di Malamoccco, il simpatico signor Vianello, i soci Settemari hanno ripreso la via verso il Cantiere di punta san Giobbe, completando i 21 km della vogata di primavera perfettamente abbinata alla passeggiata patrimoniale.